La bella Italia

Portoghesi nei pubblici uffici?

Parassiti che sbafano alla grande?

Uno scandalo che la stampa espande.

Uno scandalo vero? Che ne dici?

 

O è piuttosto un aiuto tra amici?

Come rispondere a queste domande

se il dirigente immerso nelle lande

dell’ignavia non taglia alle radici

 

il malaffare? Pensiamo ai pianisti

in Parlamento. E’ la stessa cosa.

I tempi in cui viviamo sono tristi:

 

le malefatte si contano a iosa,

ormai sono concetti passatisti

onore e onestà. E’ furbo chi osa.

 

Umberto Marinello

Published in: on ottobre 30, 2015 at 07:46  Comments (1)  

Due zero uno tre

il vecchio
stanco e pieno di ferite
cede il passo al giovane
con la faccia dipinta di verde

gli si appresta il
“benvenuto”
-parola irreale/reale-

mezzanotte
le porte si aprono
lui entra con lampi ed echi
e rende muta la sofferenza:
il passato si sfalda
il futuro è sorriso di tempo
ma
ci sono storie diverse e
le allegorie di parole
sono luce riflessa
nello specchio dell’anima
che beve buio
fino al culmine del giorno
-incarnazione di desiderio-
che si allontana e ritorna
con rughe senza volto

da occhi
di pene accumulate
scorre rossa acqua salata
che corrode la pietra del tempo

Giovanni De Simone

Published in: on ottobre 30, 2015 at 07:19  Comments (3)  

Ieri mi sono innamorata

Ieri mi sono innamorata
Passerà come ogni cosa nella vita

Basta aver la pazienza di aspettare

Pazienza che io non ho
E ti cercherò oppure

Resterà come un sogno
Il mio bisogno di te

Come un vuoto accanto
Forse come un pianto

azzurrabianca

Published in: on ottobre 30, 2015 at 07:02  Comments (5)  

Più volte Amor m’avea già detto

Più volte Amor m’avea già detto: Scrivi,
scrivi quel che vedesti in lettre d’oro,
sí come i miei seguaci discoloro,
e ‘n un momento gli fo morti et vivi.

Un tempo fu che ‘n te stesso ‘l sentivi,
volgare exemplo a l’amoroso choro;
poi di man mi ti tolse altro lavoro;
ma già ti raggiuns’io mentre fuggivi.

E se ‘begli occhi, ond’io me ti mostrai
et là dov’era il mio dolce ridutto
quando ti ruppi al cor tanta durezza,

mi rendon l’arco ch’ogni cosa spezza,
forse non avrai sempre il viso asciutto:
ch’i’ mi pasco di lagrime, et tu ‘l sai.

FRANCESCO PETRARCA

Published in: on ottobre 30, 2015 at 07:01  Comments (1)  

Bacche rosse

Bacche autunnali rosse
illuminano ricordi
sparpagliati sotto le siepi
del tempo fuggente.
E lontano lontano
ascolto in silenzio
il sospiro fremente
delle onde danzanti
spumose
nel glauco mare.
E soffia il vento pensieri
a ritroso nella memoria:
desideroso correvo
bambino curioso
di ghiande, d’insetti,
di pettirossi nascosti
tra i rami ignudi
degli alberi amici.
E il sorriso di mia madre
e di mio padre,
ormai lassù,
riporta la quiete
in questa vita frenetica.

Nino Silenzi

Published in: on ottobre 30, 2015 at 06:50  Comments (3)