Sera d’estate
Profumo nel correre del tempo
Il Primo Creatore
A fronte il mare olezzante di aromi e di viole, intorno su chi sente il vento pesare la morte nel cuore: invernale malinconia pénetra nell’anima smarrita, dopo una terribile burrasca. Dipoi, calmo, sulla spiaggia torna il mare. –
Con il nuovo effluvio fanno ritorno i versi in fitta schiera dalle rime d’oro spinti dal tacito aleggiar del vento. L’anima mia vorrebbe andare dal Primo Creatore: Lo avverte, Lo sente. Ché qui non sa che cosa sia la pace.
Prima della notte
Le montagne adagiate
si distendono
nel letto celeste carminio
della sera silente.
Profuma il cielo
di luce cosmica.
Sale dalla terra
il fruscio degli alberi
che cullano i nidi,
sale dalle case stanche
l’effluvio caldo d’amore
insieme col dolce vento.
Dona la sera pace e riposo
agli esseri tutti.
Anche le pietre
chiudono gli occhi,
felici di sognare.
Sofferto effluvio
Immersa nel sofferto, candido effluvio lascio andare la penna alla ricerca di un tempo migliore ove il cuore immerga le dolenti radici e torni lucente a cantare la speranza che adesso si nasconde nota scomposta, velata sul freddo pentagramma della vita.
Sosta esclamativa
Non c’è nulla di più prudente
che demolirmi in un verso
ancora assente di parola
presente solo in sosta esclamativa
immortalo in eterno il sapore fresco
dei tuoi baci
in compostezza s-misurata
deprimo e comprimo in sosta permanente
un umido attraversarmi la schiena
gocciolante alla fierezza del brivido
(costante)
in versi poveri
in respiro scontato
inalbero qualsiasi silenzio
(effluvio di ripetizioni)
credendo ancora nel sapore
delle lacrime testarde
nella loro calda corteccia
la loro consistenza
inarrestabile testardaggine
d’un espandersi in ossigeno
nell’incudine colpito
e
malleabile
ad ogni (sua) battuta.