Una fiumana in piena

 
col corpo di marea allaga i campi
dell’officina dove s’é introdotta
relegando lo spirito di fiori,
eletta locandiera offre albergo
al sol che passa sotto gli spiragli
e conduce un granello di sabbia
nel guscio di conchiglia di mare
per tradurlo in perla preziosa,
ma presa dal cappio raccoglie
coi muscoli i fiori,
e chiude la porta
del supermercato alimentare
a chi non ha i soldi
per pagare il biglietto,
e sull’attesa scarnificata  
pianta il gonfalone.
Raggiunge la vecchiezza si dipana
da questo assito tumefatto e spoglio
rischiarato da lembo di tramonto
oltre lo sbarramento
e accampa segni
di potere occupare un privilegio
amalgamando suppliche e pretese.

Giuseppe Stracuzzi

Delitto di paese

L’ASSASSINAT

C’est pas seulement à Paris
Que le crime fleurit
Nous, au village, aussi, l’on a
De beaux assassinats

Il avait la tête chenue
Et le cœur ingénu
Il eut un retour de printemps
Pour une de vingt ans

Mais la chair fraîch’, la tendre chair
Mon vieux, ça coûte cher
Au bout de cinq à six baisers
Son or fut épuisé

Quand sa menotte elle a tendue
Triste, il a répondu
Qu’il était pauvre comme Job
Elle a remis sa rob’

Elle alla quérir son coquin
Qu’avait l’appât du gain
Sont revenus chez le grigou
Faire un bien mauvais coup

Et pendant qu’il le lui tenait
Elle l’assassinait
On dit que, quand il expira
La langue ell’ lui montra

Mirent tout sens dessus dessous
Trouvèrent pas un sou
Mais des lettres de créanciers
Mais des saisies d’huissiers

Alors, prise d’un vrai remords
Elle eut chagrin du mort
Et, sur lui, tombant à genoux,
Ell’ dit : ” Pardonne-nous ! ”

Quand les gendarm’s sont arrivés
En pleurs ils l’ont trouvée
C’est une larme au fond des yeux
Qui lui valut les cieux

Et le matin qu’on la pendit
Ell’ fut en paradis
Certains dévots, depuis ce temps
Sont un peu mécontents

C’est pas seulement à Paris
Que le crime fleurit
Nous, au village, aussi, l’on

GEORGES BRASSENS

§

Non tutti nella capitale

sbocciano i fiori del male,

qualche assassinio senza pretese

lo abbiamo anche noi in paese.

Qualche assassinio senza pretese

lo abbiamo anche noi qui in paese.

Aveva il capo tutto bianco

ma il cuore non ancor stanco

gli ritornò a battere in fretta

per una giovinetta.

Gli ritornò a battere in fretta

per una giovinetta.

Ma la sua voglia troppo viva

subito gli esauriva,

in quattro baci e una carezza

l’ultima giovinezza.

In quattro baci e una carezza

l’ultima giovinezza.

Quando la mano lei gli tese

triste lui le rispose,

d’essere povero in bolletta

lei si rivestì in fretta.

D’essere povero in bolletta

lei si rivestì in fretta.

E andò a cercare il suo compagno

partecipe del guadagno

e ritornò col protettore

dal vecchio truffatore.

E ritornò col protettore

dal vecchio truffatore.

Mentre lui fermo lo teneva

sei volte lo accoltellava

dicon che quando lui spirò

la lingua lei gli mostrò.

Dicon che quando lui spirò

la lingua lei gli mostrò.

Misero tutto sotto sopra

senza trovare un soldo

ma solo un mucchio di cambiali

e di atti giudiziari.

Ma solo un mucchio di cambiali

e di atti giudiziari.

Allora presi dallo sconforto

e dal rimpianto del morto,

si inginocchiaron sul poveruomo

chiedendogli perdono.

Si inginocchiaron sul poveruomo

chiedendogli perdono.

Quando i gendarmi sono entrati

piangenti li han trovati

fu qualche lacrima sul viso

a dargli il paradiso.

Fu qualche lacrima sul viso

a dargli il paradiso.

E quando furono impiccati

volarono fra i beati

qualche beghino di questo fatto

fu poco soddisfatto.

Qualche beghino di questo fatto

fu poco soddisfatto.

Non tutti nella capitale

sbocciano i fiori del male,

qualche assassinio senza pretese

lo abbiamo anche noi in paese.

Qualche assassinio senza pretese

lo abbiamo anche noi qui in paese.

FABRIZIO DE ANDRÉ

 

O’ scartellat’

 
‘O  sto guardann’…e so’  rammaricato
‘a  chist a sciorta òver à maltrattato.
Sto’  pover marònn…sta ‘nguaiato,
pe’ mezzo ‘e chella spina sturzellata
E’ curto, bruttulillo…me fà pena
pe’ chesta  sufferenza senza fine,
e comm’ se nun bastasse …d’int ‘u liett
cu’ chella gobba, po’, ca tène ‘m piett’…
quantè a sera, e  s’avvicin ‘a sposa
sèmpe cu’ stesso dubbio:
     “  fòtt’  o  vas’ ? “
Pecchè , considerata chesta cosa…
nun  pò fa’, ‘nsieme, tutt’ e ddoje  ‘e  cose ,
e,  chistu  fatto antico…è stato esteso
a  tutt’  chill’  ca vònn’ …
contemporaneamènt soddisfatte …
cchiù pretese,
e,  quale meglio simile riferimento
è cchiù appropriato …
sè  no’ chill’  du scartiell’….
‘e stu pover  disgraziato ?

Ciro Germano

Published in: on luglio 30, 2011 at 07:03  Comments (4)  
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Fa niente…

Fa niente se diserterà, la luna,
se di stelle neanche un punto si vedrà,
se il vento romperà il silenzio
o se la pioggia solo asfalto laverà.

Ugualmente adagerò una guancia
sul solito cuscino in due piegato.
Mi allungherò sul mio fianco destro
e comodo viaggerò volando
per arrivare a mai raggiunta meta.

La dolce quiete, innanzi tutto, voglio
per esser dopo assai facilitato
nell’esplorare i dubbi di sempre
che non mi fanno viver come voglio.

E non si tratta d’aver troppe pretese,
d’innamorarmi per come io intendo,
di maneggiare felicità ammessa,
di vincer la paura della morte.

Si tratta solo di guardarmi dentro
con occhio freddo che non m’appartiene,
con l’occhio di chi da fuori mi vede
eterno pellegrino lungo gli anni.

Fa niente se sarà distante, il mare,
se non ascolterà questo suo figlio
che, tanto, alla prossima occasione
gli parlerà di questo e anche d’altro.

Aurelio Zucchi

Naturali pretese


E’ superba,
e  sensuale negli occhi
La pantera…
è pronta a ghermire
Conficcate,
nella pelle le unghie,
con lo sguardo
mirato al piacere
e  l’uomo, soggiace…
al volere
S’apprestano
al piacevole evento
Le  labbra carnose,
un po’ tese,  disposte…
alle naturali  pretese

Ciro Germano

Published in: on febbraio 4, 2011 at 07:09  Lascia un commento  
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Avvento

Rami nudi, vestiti
di scintillanti luci nella neve
fanno sentire un brivido di amore.
Finestre dietro i vetri
iniziano a adottare
stelle comete e luci intermittenti,
si respira odore di Natale.
La folla è pronta sulla dirittura
non aspetta il segnale è già partita
punta dritta al traguardo commerciale
che attira con la voce di sirena…
Nelle case si voltano i pensieri:
sempre più forti sono le pretese
degli incontentabili bambini,
sempre più forte chiamano i doveri
per non sfigurare tra i parenti,
il nervosismo incalza contro il tempo
che insegue la cometa e non da tregua…
Finalmente suona il grande giorno.
Canzoni di Natale
parlano di un bambino di una stalla
di povertà e d’amore…
c’è dell’altro
sempre più forti le delusioni
degli scontenti per gli scarsi doni
a contestare il fine
di queste sante luci di Natale.
Muoiono di vergogna le candele.

Giuseppe Stracuzzi

Abbasterebbe poco

Cor poco a vòrte ce pòi fà più tanto
che a ffà quarcosa co’ n se sa co’ quanto.
E a ffà co’ tanto manco c’è bravura,
ma questa, a ffà co’ poco, è sicura.

Tu guarda la ricchezza…E che ce fai
si ‘r còre che lei cerca nun ce l’hai;
e er còre, a tte, te l’hanno rigalato
pe’r fatto solamente d’esse nato.

Nun ce sò costi, nun ce stanno spese
a ffà un soriso che, senza pretese
je fai a uno che ce l’ha cor monno
e cerca de tirasse su dar fonno.

E ‘na carezza…? Vòi mette ‘na carezza
che je sa daje tanta più certezza
più de un gran rigalo a un fanelletto
che più de gn’artra còsa vò l’affetto.

E che diceva a Assisi er poverello:
“Guarda llassù in celo quer fringuello…
cià tutto quanto puro si ‘n cià gnente,
ma no pe’ questo je pòi dì pezzente”.

Ma quanti ce ne so’ ricchi sfonnati,
che ‘n cianno pace e arubbeno sfrenati,
che nu j’abbasta mai de st’a’mmucchià…
ma nun è mica vita, quella llà.

E ‘nvece abbasterebbe tanto poco…
Nun dico solo l’aria, l’acqua e ‘r foco,
ma quer che serve a vive degnamente,
rispetto pe’ se stessi e pe’ la ggente.

Armando Bettozzi

Il fisco


Ti perseguita dal primo vagito…
vorace e accanito.
Per non perderti durante il percorso,
ti marchia come le bestie all’ingrasso,
assegnandoti il codice d’identificazione
per meglio comminare … le imposizioni
Diventa di diritto il tuo socio di fatto,
e accampa pretese dagli utili attivi…
nel mentre, indaga sulle uscite passive
Da  inquisitore, applica con grande fervore
imposte, balzelli, sanzioni e interessi di mora…
appellandosi anche, allo studio di settore.
Conosco una sola categoria, cosi avida e di facili guadagni,
per far dei  paragoni,
ma, forse sto sbagliando … quelli sono i “papponi”.

Ciro Germano