Emozioni e rossori
a scoprire i segreti dell’anima,
quando l’amore era negato
e, gli appuntamenti, segreti di stato.
Battiti intensi nel petto,
come un frullar d’ali
inquieto e frettoloso.
Timori d’esser visti
e felicità
di due mani avvinte,
come un’edera a un tronco,
seduti sui gradini
di stradine acciottolate
o su muretti fuori mano
che guardavano il mare.
E poi il silenzio del cuore,
ed i ricordi
che ogni tanto ti rinnovano
tenerezze ormai finite,
archiviate sugli scaffali alti
d’una libreria
che solo tu sai ritrovare.
L’amore andato
Dove la luce
Come allodola ondosa
nel vento lieto sui giovani prati,
le braccia ti sanno leggera, vieni.
Ci scorderemo di quaggiù,
e del mare e del cielo,
e del mio sangue rapido alla guerra,
di passi d’ombre memori
entro rossori di mattine nuove.
Dove non muove foglia più la luce,
sogni e crucci passati ad altre rive,
dov’è posata sera,
vieni ti porterò
alle colline d’oro.
L’ora costante, liberi d’età,
nel suo perduto nimbo
sarà nostro lenzuolo
GIUSEPPE UNGARETTI
Primo amore
Primitive emozioni,
rossori di gote e palpiti di cuore,
tremor di voce,
farfallio di mente.
Nottate bianche,
parole perse su fogli colorati,
scialbe mattine
sciupate a meditar per il domani.
Pensieri dolci
tra gli olmi d’un viale,
pudici baci
e piccoli tormenti.
Prime sessualità
confinate in un toccar di mani,
represse tra tenerezze
e semplici carezze.
Baci al tramonto
Sole colora di rosso
imbrattato cielo di cirri
fredda l’aria spezza
in frammenti gelati i respiri.
Piccole stelle di brina
luccicano sulle panchine
all’ombra silente di vecchi alberi
trafitti da cuori e cupidi.
Ruvide carezze di lana
aliti tiepidi sotto la sciarpa
tra labbra screpolate di baci
e rossori rubati al tramonto.
astrofelia franca donà
Prima dell’alba
Sono emozioni da toccare con mano,
mille galassie diventano una,
tetti e rossori quasi a inchinarsi
di fronte al mare fortuna di sempre.
Finestre danno adesso un’idea
d’essere aperte da qui a un istante,
braccia di legno a coglier salsedine
per farne dono ai respiri di dentro.
Se nei canovacci di un cielo terso,
nell’occasione prestati a un suo figlio,
di qualche gabbiano le ali non vedo,
fa niente… lo stesso io sono in volo.
E se alle spalle, ancora dormiente
la vecchia collina tarda a svegliarsi
nell’esplosione dei toni del verde,
fa niente… lo stesso io mi coloro.
Mi vengono addosso le dolci nuance
di quando la notte vira nel giorno,
dei primi riflessi sdraiati sull’onde,
di onde stesse che riflessi saranno.
Il bianco dei muri, dapprima assente,
sconfina nell’acqua fino a domarla
ed è una gara ormai avvincente
con resti di nubi anch’esse a specchiarsi.
E’ emozione da toccare con mano
questo viaggio durato un minuto,
tempo che in secoli ho frazionato
guardando quel borgo, prima dell’alba…
Bambine
(a Melissa)
Libellule posate sul cielo
a balzi invadono i tu-tu delle tortore
mentre noi
bambine a boccuccia di rosa coltiviamo arancini di riso.
Codini di seta e farfalle, splendiamo in un giorno d’aprile
allegra l’altalena del sole
amico del giorno che dondola
siamo appaiate e vicine
con occhi mai stanchi, spettacoli vaganti
sentiamo il treno che fischia
al parco divertimenti, sulla giostra dei cavalli
schioccano rossori di gote che trasformano l’aria
e i palloncini delle tue piccole mani mi afferrano dentro una favola!