Le ortensie

Sembravano tuonare, le ortensie, nel giardino
quando nascosti bene per gioco là amavamo
fare come gli uccelli che s’alzano, improvvisi
per correre alla tana da tutti noi decisa:
la bocca di una vecchia fontana.
Era settembre
il fresco delle sei della sera ci incontrava
come le madri uscite dagli stabilimenti,
pronte a dettare burro e due cose per bottega.
Un’ora solamente e poi casa, era settembre
il rischio grande d’esser felici a poche cose:
i fuochi per il santo, le bancarelle e i dolci.
Il rivolo che s’era formato il nostro fiume
la meliga e le vecchie robinie un po’ Salgari.
E poi i saluti dalle ringhiere
giù in cortile, le bici incatenate, i gatti rossi usciti
a fare scorta d’ultime luci
e poi la notte.

Massimo Botturi

Nel parco

Passeggiando nel parco stamattina
ho incontrato il sig. 8 Aprile.
Si librava leggero tra l’erba con la brina
frugando tra i fiori del prato.
Gli sono andato incontro e l’ho chiamato:
“Ehi signore,  buongiorno!”
“Buongiorno a te!” mi ha risposto indaffarato.
“Ma cosa sta facendo volando
tra le spighe appena nate?”
“Eh, – mi ha risposto un po’ interdetto-
cerco i resti del buio della sera,
si nascondono sotto l’erba
e, se non li tolgo,
non si sveglierà la mia amica Primavera.
“Capisco – ho aggiunto osservando il gran lavoro-
sa che la donna che amo parte domattina?
Per questo sono un po’ triste e mi addoloro.
E’ una persona bellissima ed è sincera,
tra tante persone false che conosco, lei è vera.”
“Evviva allora!- ha esclamato lui-
pòrtale i nostri saluti”.
“Nostri? E di chi? – chiesi incuriosito-
come di chi? Miei e della Primavera!
Portale questo fiore da parte mia, tutto colorato,
e dille che questo è il suo momento fortunato.
Portale un po’ di rugiada, già che ci sei,
e anche un po’ di questo vento profumato.
Dille che il tuo amore  è forte ora, butta giù i muri,
e insieme al suo diventerà bellissimo finalmente, come questo prato.
Salutala da parte nostra e dille che siamo sicuri
che, con i doni che le porti, sarà felice,
e che continui così, con fiducia e con i nostri migliori  auguri!”
“Senz’altro sig. 8 Aprile, lo farò,
grazie di tutto questo e buon lavoro”.
“E ricordati quel che ti dico- aggiunse infine-
chi riesce a trovare e ad amare un persona vera
possiede davvero un gran tesoro!”

Sandro Orlandi

Give Peace a Chance

Ev’rybody’s talking about
Bagism, Shagism, Dragism, Madism, Ragism, Tagism
This-ism, that-ism
Isn’t it the most
All we are saying is give peace a chance
All we are saying is give peace a chance

Ev’rybody’s talking about
Ministers, Sinisters, Banisters and canisters,
Bishops and Fishops and Rabbis and Pop eyes,
And bye bye, bye byes.
All we are saying is give peace a chance
All we are saying is give peace a chance

Let me tell you now
Ev’rybody’s talking about
Revolution, Evolution, Mastication, Flagelolation, Regulations.
Integrations, Meditations, United Nations, Congratulations
All we are saying is give peace a chance
All we are saying is give peace a chance

Oh Let’s stick to it
Ev’rybody’s talking about
John and Yoko, Timmy Leary, Rosemary, Tommy smothers, Bob Dylan,
Tommy Cooper, Derek Tayor, Norman Mailer, Alan Ginsberg, Hare Krishna,
Hare Krishna
All we are saying is give peace a chance
All we are saying is give peace a chance

DATE UNA POSSIBILITÀ ALLA PACE

Due, uno due tre quattro

tutti parlano di

borsismo, pelismo, draghismo, mattismo, straccismo, etichettismo

questismo o quellismo, ismo, ismo, ismo.

Tutto ciò che noi diciamo è: date una possibilità alla pace

tutto ciò che noi diciamo è: date una possibilità alla pace

Dai!

Tutti parlano di ministri, sinistri, balaustre e scatolette

Vescovi, pescovi, rabbini e papocchi

E tanti saluti.

Tutto ciò che noi diciamo è: date una possibilità alla pace

Tutto ciò che noi diciamo è: date una possibilità alla pace

Senti!

Tutti parlano di

Rivoluzione, evoluzione, masturbazione,

Flagellazione, normazioni, integrazioni,

Meditazioni, Unite Nazioni,

Congratulazioni

Tutto ciò che noi diciamo è: date una possibilità alla pace

Tutto ciò che noi diciamo è: offri una possibilità alla pace

Tutti parlano di

John e Yoko, Timmy Leary, Rosemary,

Tommy Smothers, Bobby Dylan, Tommy Cooper,

Derek Taylor, Norman Mailer,

Alan Ginsberg, Hare Krishna,

Hare, Hare Krishna

Tutto ciò che noi diciamo è: date una possibilità alla pace

Tutto ciò che noi diciamo è: date una possibilità alla pace.

JOHN LENNON

14 dicembre 2010


Noi credevamo fosse l’ultimo atto
ma il demone affilava i suoi canini
sopra i nostri destini;
e i mercanti con lui
“per rispettare il Patto”
convincere i cretini e pur qualche distratto
che il partito del “fare”avrebbe fatto.
Ma cosa?
Avrebbe risanato conti e spese?
Ihh che pretese!
Dato lavoro a chi non ce l’ha?
Bla, bla, bla bla..
Chi pensiamo che sia?
Lui è infallibile
l’inviato, il messia,
e non può dare ascolto a chicchessia
deve occuparsi solo del tangibile
che gli entra nelle tasche
e che può sperperare ai quattro venti
tra escort e tangenti.
Sullo stivale imbandito a dovere
delle nostre speranze, del futuro
è tornato a sedersi
Pantagruel mai sazio
e noi a pagar dazio.
Ma sì osanniamolo,
e voi contenti e anche cornuti
che l’avete votato
complimenti e saluti!

Viviana Santandrea

Titanic

La prima classe costa mille lire,
la seconda cento, la terza dolore e spavento.
E puzza di sudore dal boccaporto
e odore di mare morto.
Sior Capitano mi stia a sentire,
ho belle e pronte le mille lire,
in prima classe voglio viaggiare
su questo splendido mare.

Ci sta mia figlia che ha quindici anni ed a Parigi ha comprato un cappello,
se ci invitasse al suo tavolo a cena come sarebbe bello.
E con l’orchestra che ci accompagna con questi nuovi ritmi americani,
saluteremo la Gran Bretagna col bicchiere tra le mani
e con il ghiaccio dentro al bicchiere faremo un brindisi tintinnante
a questo viaggio davvero mondiale, a questa luna gigante.

Ma chi l’ha detto che in terza classe,
che in terza classe si viaggia male,
questa cuccetta sembra un letto a due piazze,
ci si sta meglio che in ospedale.
A noi cafoni ci hanno sempre chiamato
ma qui ci trattano da signori,
che quando piove si può star dentro
ma col bel tempo veniamo fuori.

Su questo mare nero come il petrolio ad ammirare questa luna metallo
e quando suonano le sirene ci sembra quasi che canti il gallo.
Ci sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore piano piano
si vada a squagliare in mezzo al fumo di questo vapore di questa vacanza in alto mare.
E gira gira gira gira l’elica e gira gira che piove e nevica,
per noi ragazzi di terza classe che per non morire si va in America.

E il marconista sulla sua torre,
le lunghe dita celesti nell’aria,
riceveva messaggi d’auguri
per questa crociera straordinaria.
E trasmetteva saluti e speranze
in quasi tutte le lingue del mondo,
comunicava tra Vienna e Chicago
in poco meno di un secondo.

E la ragazza di prima classe, innamorata del proprio cappello,
quando la sera lo vide ballare lo trovò subito molto bello.
Forse per via di quegli occhi di ghiaccio così difficili da evitare,
pensò “Magari con un pò di coraggio, prima dell’arrivo mi farò baciare”.
E com’è bella la vita stasera, tra l’amore che tira e un padre che predica,
per noi ragazze di terza classe che per non sposarci si va in America,
per noi ragazze di terza classe che per non sposarci si va in America.

FRANCESCO DE GREGORI


Profumo d’estate


Sapore di sale, freschezza, libertà…
Sorrisi spensierati, risate, allegria…
Orme di piedi sulla sabbia bollente.
Odore di mare, di semplicità, serenità…
Voglia di viaggi, nuovi colori, nuove emozioni.
Incontri, abbracci, saluti…
Anime soffici, leggere, dipinte d’azzurro…
camminano fra i raggi del sole.

Annalisa Savarese

Emozione artificiale

Guardar vetrine
e fissarne la moda
oltre i passi
del vetro.
Si consumano
sguardi di letargo
nei freddi saluti affrettati.

Glò

Published in: on marzo 24, 2010 at 07:28  Comments (6)  
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