Sono qui a contare passi mentali
per non annoiarmi di spazi
o di tempi vuoti.
L’ozio non ammette noia
si nutre di niente e di pace interiore,
ma guai a tradirlo.
Si trasforma in dio malvagio
e ti condanna all’azione
pena pazzia.
Il pazzo non ozia.
Consuma presto la vita
ad inseguire i suoi sogni.
L’ozio
Joni Mitchell
C’è un tempo che alla strada di casa smette il buio
e pare che germogli per me l’oceano prato.
Un tempo che non sei più distratta e metti mano
per una o due monete alla tasca;
poi mi chiami, pretendi che io canti come la Mitchell
dea. Di Amelia e il suo peccato di vivere
dei posti, in cui fermammo un giorno
col freno a farci amore.
Un tempo di tappeti, e di sorsate d’aria
di alberi in gran spolvero come a una comunione.
Un principio di rossetto sugli angoli del dire
la smagliatura che ti dilaga
tracce d’ozio, per bene camuffate sotto un tailleur da schianto.
Un tempo che i bottoni non prendi mai sul serio
che pensi non sia male il tuo bianco tra i capelli;
e non sia male anch’io, dal nuvolo degli anni:
in fondo un parapioggia discreto
corde salde, di un’altalena niente sicura.
California, California i’m going home.!
La sabbia del Tempo
Come scorrea la calda sabbia lieve
Per entro il cavo della mano in ozio,
Il cor sentì che il giorno era più breve.
E un’ansia repentina il cor m’assalse
Per l’appressar dell’umido equinozio
Che offusca l’oro delle piagge salse.
Alla sabbia del Tempo urna la mano
Era, clessidra il cor mio palpitante,
L’ombra crescente d’ogni stelo vano
Quasi ombra d’ago in tacito quadrante
GABRIELE D’ANNUNZIO
Tabula rasa
Venezia
Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare,
la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi, Venezia, la vende ai turisti,
che cercano in mezzo alla gente l’ Europa o l’ Oriente,
che guardano alzarsi alla sera il fumo – o la rabbia – di Porto Marghera…
Stefania era bella, Stefania non stava mai male,
è morta di parto gridando in un letto sudato d’ un grande ospedale;
aveva vent’ anni, un marito, e l’ anello nel dito:
mi han detto confusi i parenti che quasi il respiro inciampava nei denti…
Venezia è un’ albergo, San Marco è senz’ altro anche il nome di una pizzeria,
la gondola costa, la gondola è solo un bel giro di giostra.
Stefania d’ estate giocava con me nelle vuote domeniche d’ ozio.
Mia madre parlava, sua madre vendeva Venezia in negozio.
Venezia è anche un sogno, di quelli che puoi comperare,
però non ti puoi risvegliare con l’ acqua alla gola, e un dolore a livello del mare:
il Doge ha cambiato di casa e per mille finestre
c’è solo il vagito di un bimbo che è nato, c’è solo la sirena di Mestre…
Stefania affondando, Stefania ha lasciato qualcosa:
Novella Duemila e una rosa sul suo comodino, Stefania ha lasciato un bambino.
Non so se ai parenti gli ha fatto davvero del male
vederla morire ammazzata, morire da sola, in un grande ospedale…
Venezia è un imbroglio che riempie la testa soltanto di fatalità:
del resto del mondo non sai più una sega, Venezia è la gente che se ne frega!
Stefania è un bambino, comprare o smerciare Venezia sarà il suo destino:
può darsi che un giorno saremo contenti di esserne solo lontani parenti…
FRANCESCO GUCCINI
Mare piatto
Sotto granelli d’ozio naufraga la mia mente fluttuando su e giù tra speranza e noia in un mare d’abitudine. –
Mi scivolano addosso giorni pieni di niente routine di letti sfatti di piatti da lavare di cene da inventare; –
poi assetata bevo alla tv, sui libri storie altrui; parentesi di sogno in cui annullo il piatto scorrere delle mie stagioni; – la fede mia si sgretola e un pensiero mi martella: viva? sono io viva? Pure la Musa è assente.
Immortalità
AN IMMORTALITY
Sing we for love and idleness,
Naught else is worth the having.
Though I have been in many a land,
There is naught else in living.
And I would rather have my sweet,
Though rose-leaves die of grieving,
Than do high deeds in Hungary
To pass all men’s believing.
§
Cantiamo amore e ozio,
Non altro bene è al mondo
Che valga la conquista.
Sebbene numerose
Terre abbia corso e mari,
Non altro è nella vita.
Meglio a me sa il mio miele,
Sebbene di dolore
Ne muoiano le rose,
Che in Ungheria gran gesta
Compiere, che sorpassino
D’ogni uomo la credenza.
EZRA POUND
La notte
“La notte ci piace perchè, come il ricordo, sopprime i particolari oziosi”
JORGE LUIS BORGES