La tempesta

E non m’importa del seme sradicato
dell’alberata braccia protese
dei cavalli
che cento, forse mille, già battono sul muro.
Natura e privilegio m’è l’esserti vicino,
sopra le tempia, uscio del fuoco;
benestante
dell’oro dei capezzoli e dell’ombra del mascara.
M’è privilegio e risa felici, pasto nudo
protervia sdolcinata del fiore che s’allaga.
M’è privilegio come tra l’onde farmi remo
cavare luce e aria con bocca da gigante
con occhi liquefatti e guardinghi.
Ché sicura, tu sei come lettiga in stagione di bufera
come la piaga avvolta nel lino
rossa
scura;
la via di guarigione che, netta, fa l’amore.

Massimo Botturi

Due lenzuola bianche

(ballata in sol maggiore)

Due lenzuola bianche stese al chiaro di luna
come due fantasmi silenziosi nella notte,
due lenzuola bianche con il bordo consumato
stese lì in terrazza come sudari del passato,
nella chiara notte sotto le stelle del cielo
in un gran silenzio mentre tutto dorme
e niente… sembra vero.

E la luce della luna si riflette su quel lino,
acceca col suo biancore gli occhi scuri della notte,
poi dall’orizzonte che schiarisce poco a poco
arriva la promessa di una vita ancora in gioco,
la brace di una sigaretta si consuma su un balcone,
un uomo sta affacciato e nel buio si consuma….
Anche il cuore.

Due lenzuola bianche stese al vento di primavera,
il sole è appena sorto e la sua luce è sincera,
ormai sono quasi asciutte e riflettono la vita,
la vita che ricomincia la notte ormai è finita,
sbuca silenzioso un gattino bianco e nero,
la sua coda punta in alto
è protesa verso il sole… e verso il cielo.

Sandro Orlandi

Di ballerina

 
sono i passi oggi
su palquet rosso di sera
e mosse morbide
di guanti di lino
come il cuore che
batte valzer
all’imbrunire
e le punte
sollevate
a smangiucchiare
bucce di mandarino
o forse croco.
Il capo chino a lato
sparge ricci
di lana vergine
sul prato
d’erba rasata
e profuma di
muschi e chicchi
sgranocchiati
dal merlo
al mattino…

Tinti Baldini

Stavo sognando

tu mi cullavi
noi oscillavamo
il tuo fiato era un flauto
le tue braccia il bosco

scricchiolavano i rami secchi
sotto la mia schiena
e le tue dita mi assordavano
la tua pelle era cotone
il tuo cuore di lino

una goccia sulla mia fronte
ho creduto mi avvertissi
della pioggia
ma la tua voce tossì
un odore disgustoso

una goccia sulla mia fronte
mi stupì: era acqua davvero
dovetti aprire gli occhi
la culla diventò una nave
le tue braccia mare mosso

il tuo fiato unghie sulla lavagna
vipere i rami – viscide le tue mani
sangue rappreso la tua pelle
che colava sulla mia fronte

la mia fronte incredula mi implorava
di nasconderla chiudi gli occhi
mi ha detto proteggici dal fetore
se i tuoi occhi sono chiusi
nemmeno le sue unghie potranno graffiarci

Nicole Marchesin

Scarborough Fair

Are you going to Scarborough Fair?
Parsley, sage, rosemary, and thyme
Remember me to one who lives there
She once was a true love of mine

Tell her to make me a cambric shirt
Parsley, sage, rosemary, and thyme
Without no seam nor needlework
Then she’ll be a true love of mine

Tell her to find me an acre of land
Parsley, sage, rosemary, and thyme
Between the salt water and the sea strand
Then she’ll be a true love of mine

Tell her to reap it in a sickle of leather
Parsley, sage, rosemary, and thyme
And to gather it all in a bunch of heather
Then she’ll be a true love of mine

Are you going to Scarborough Fair?
Parsley, sage, rosemary, and thyme
Remember me to one who lives there
She once was a true love of mine

§

Stai andando alla Fiera di Scarborough?
prezzemolo, salvia, rosmarino e timo
ricordami alle persone che vivono là
lei un tempo era un vero amore per me

Dille di cucirmi una camicia di lino
prezzemolo, salvia, rosmarino e timo
senza giunture e senza usare l’ago per cucire
e lei sarà un vero amore per me

Dille di cercarmi un acro di terra
prezzemolo, salvia, rosmarino e timo
tra l’acqua salata del mare e la sponda
e lei sarà un vero amore per me.

Dille di mettere il raccolto in un sacchetto di pelle
prezzemolo, salvia, rosmarino e timo
e di legarlo tutto assieme in un mazzetto di erica
e lei sarà un vero amore per me.

Stai andando alla Fiera di Scarborough?
prezzemolo, salvia, rosmarino e timo
ricordami alle persone che vivono là
lei un tempo era un vero amore per me.

PAUL SIMON   E   ART GARFUNKEL

Il tessitore

Ripasso la trama,
rintreccio l’ordito,
fornisco armatura
alla tela di lino;
dono vigore
a drappi di raso.

Mescolo fili
di tinte distinte.
Offro più tono
alla stoffa pregiata,
rivesto di nuance
gli sguardi in velluto.

Invento disegni
di segni mai visti,
per indisiare
nuove figure,
per concepire
ricami preziosi.

Tesso e ritesso,
i licci danzanti
col filo in viscosa
di morbida mano.

Tesso e ritesso,
la navetta
incerata,
genero e filo
denari e discorsi,

Traccio e ritaglio,
la maschera in seta
e affronto passanti,
passerelle ed astanti

Flavio Zago

La pittrice

Bianco di una tela
restata ad attendere
odore di acquaragia
e olio di lino
la tavolozza imbrattata
con il colore incrostato
e la tua spatola
che destreggiava
spadaccina dell’arte
a sfidare il mondo
e l’oscurità
riemergi nei sogni
tocco d’artista
viva nel colore ocra
ardente nel rosso dei papaveri
limpida come il cielo tratteggiato
distesa al tiepido sole
in quelle spiagge solitarie
e ancora ad ergerti
in quei boschi misteriosi
tu quercia eterna
radiosa come il sole

Maristella Angeli

A mia madre

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

Certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d’argento

certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da offrirti

certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido

la mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

Hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato

hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre

hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme

ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

NAZIM HIKMET

Credo

Credo sia
amore davvero
se il profumo
di bergamotto
mi trema
se le gambe
languono
per Giorgia
se le le stelle mi
parlano
e Amado m’incanta
se la zuppa
di luccio
sganghera
visceri
e poi li placa
se piango
quando vola
Chagall
o canta Faber
se le piastrelle ocra
m’innamorano
e la coperta
di lino
trasuda baci
se il tappeto Kilim
mi pare magico
e la mimosa fiorita
paradiso
se ripasso
peripli di terra
e gemo
e la nidiata
attorno
è maraviglia

Ora riprendo
fiato
per te
amore mio.

Tinti Baldini

Educazione


Sull’uscio di casa
il gradino assolato
sedeva mia madre
fra le dita scorreva
l’ago col filo trapuntando la tela
margherite ricamate tra il bianco  lino
io vicino curiosa guardavo
e oggi quel ricamo mi accingo a rifare .
Dopo una lunga giornata di lavoro pesante
per svago dipingeva mio padre
sulla tela affioravano colori di rose
un quadro da appendere per un ricordo indelebile
e ora dipingo come lui un tempo.

Rosy Giglio

Published in: on febbraio 27, 2011 at 06:58  Comments (7)  
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