Vascello nella tempesta

Ho fatto di tutto per non affondare
imbarcando acqua di mare in tempesta,
spinto verso le aperte tombe di scogliere
grigie come sinistri manieri.
Pezzi di me ora galleggiano tra scogli
eretti come lapidi senza nomi e date.
Raccontano frammenti di storia e vita,
nel costante borbottio ripetono a cantilena
le stesse parole fino a quando improvvisa
un onda nuova quel frammento porterà
a largo e svanirà corroso.
Vascello sicuro e fiero di vele spiegate,
in ogni mare sospinto dai mutevoli venti
del destino ho navigato seguendo le stelle.
Ho solcato il mare dell’indifferenza umana
raccogliendo anime naufraghe lasciate
alla mercè dei vortici che la vita crea
In oceani del male ho fatto scalo in isole
di pace per prendere poi nuove rotte.
Nel mare del dolore che ogni nave solca
Ho chiuso i boccaporti del cuore perché
le immense onde sopra di me passassero
ricucite le vele strappate la rotta ho ripreso.
Solo al mare dell’amore mi sono arreso,
ho lasciato che questo vascello alla deriva
andasse, che i suoi venti le consumate vele
dell’anima tormentata stracciassero.
In quel mare dove gli altri mari si mischiano
e tutt’uno diventano, ho subito i flagellanti
flutti del male, del bene, dell’indifferenza
e della passione che più del sole acceca,
rendendo schiavi senza memoria e orgoglio
chi del dio amore agli acuminati scogli
nel naufragio mortale del cuore si consegna.

Claudio Pompi

Stella polare per l’isola che non c’è

in questo nero mar che d’onde ci travaglia
la rotta scoprirai puntando la tua prua diritta
alla Polare stella che nel suo luminare brilla

alta su nell’azzurro cielo e che dall’Orsa
un punto fermo lei rimane
ad indicarti sempre l’isola a cui approdare

se perso lungo il viaggio smarrito diventa il tuo cercare
guarda sempre in alto la strada puoi ritrovare ad arrivare
all’isola che non c’è

ma solo tu la puoi creare

è fatta di emozioni parole poesie che diventano canzoni
un porto franco dove
il sogno mai non muore e

il tempo un momento da plasmare

Il Passero

Published in: on giugno 11, 2012 at 07:39  Comments (8)  
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Volti

Chi ha steso braccia al largo
battendo le pinne dei piedi
gli occhi assorti nel buio del respiro,
chi si è immerso nel fondo di pupilla
di una cernia intanata
dimenticando l’aria, chi ha legato
all’albero una tela e ha combinato
la rotta e la deriva, chi ha remato
in piedi a legni lunghi: questi sanno
che le acque hanno volti.
E sopra i volti affiorano
burrasche, bonacce, correnti
e il salto dei pesci che sognano il volo.

ERRI DE LUCA

Padre

Conoscevo un uomo:
naso lungo intenditore di anime,
occhi umidi di cervo e severe parole;
come scoppio di temporale
nella mia alba azzurra
le sua urla fugaci e le risate piene,
poi caldo sole da guardare di lontano.
Marinaio spavaldo cavalcò il deserto,
l’Africa conquistò e l’Africa riperse;
cento sguardi di donna a seguirlo
come magnete di bussola:
a molte la rotta concesse
ma da una sola fu catturato.
Re della casa e re della foresta
una saggia regina lo vegliava,
Dorothea, dono di Dio, a lui donata
come è Donata la mia paziente sposa.
Gli anni leggeri scesero piano
ad imbiancargli la fronte china;
sciolta la neve in lacrime
nell’ultima fatica d’amore
restituì quel dono alla regina muta.
Se ascolto bene nel mio stanco viaggio
oggi di tanto in tanto posso sentire
tra il salso odor dell’Adriatico
quella voce ancor sonora e gaia
che il vento porta a consolarmi il cuore.

Massimo Reggiani

per cento anni e per sempre (22/4/1911 – 24/4/1991)

Amelia aviatrice…

spericolati voli di futuro
guizzi di sfide nel triangolo delle Bermude
audacemente con te migrano sulla volta celeste
profumi di salsedine
mentre rimiri l’astro che
lento si tuffa nel mare con te
una piccola pietra lunare
in rotta di tigre
scavalca i cerchi delle notti
hai grani di stanchezza che arrossano gli occhi
attraverso i volti del globo
atterri, sulle valli dell’India e nei polmoni dell’Africa
fiori d’ibisco sulle tue gesta
ventosi i tropici soffiano furiosi
trasvolano con te
ti perdi e cali
con le tue eliche
scompari
in oceano pacifico…

Aurelia Tieghi

Dedicata ad Amelia Earhart, pioniera dell’aviazione internazionale. Un ricordo di donna straordinaria che nel 1937 fece la traversata del mondo in solitaria con il suo velivolo e che, quasi alla fine della sua impresa, perse il contatto radio e scomparve nell’oceano

D’agosto

Un giorno d’interruttori guasti
grandine di pensieri sferici
sul cuore della luna
a scardinare porte boreali.

La polena affiorata sulla rima
cercava lungo fiordi a precipizio
una ferita che paresse un nido.

Chi coltivava il mare
sceglieva l’onda per le navi in rotta
ma venne l’alba a specchio
a formulargli in viso il suo riflesso
volse lo sguardo
non si riconobbe.

Scoccarono momenti
e in luogo di sentenze assolutorie
fu comminata una condanna
a vivere.

Cristina Bove

Accompagnami ad un falò nel sole

Accompagnami ad un falò nel sole
dov’è che e a volte sono già stato, io,
bruciando per la troppa fretta avuta
attese di felicità rincorsa
al sorgere dei sogni più svariati.

Chissà che, in due, quel mio coraggio
non si rafforzi sino a diventare
d’eroe il gesto che risolve tutto
nel decifrare il rebus del successo.
Ma di quale successo parlo, adesso?

Mi riferisco all’essere appagato
nel mare di serenità raggiunta
nel quale, qualsivoglia l’onda sia,
mai annegare nei duri rimorsi
e invece seguir l’esatta rotta

per approdare al primo adatto scoglio,
mano di un’isola che è senza forma
giacché la forma poi sarà fissata
dai chiari segni scritti in una vita
che finalmente intravede alcova.

Aurelio Zucchi

Bacini marini


Il volo delle mosche mi racconta
di un canto di volubili chimere,
gettate sul tragitto ad asciugare
al sole d’impossibili passioni.
Il tempo vacillando si svapora
nel limbo illuminato, e le falene
satelliti scromati, evanescenti
rimbalzano nel cosmo quotidiano
…Un bacio, solo un bacio di mattina
capello carezzato sulla pelle,
fortezza alla ricerca della rupe
sparviero senza cielo da rigare
…Un bacio, solo un bacio di sovrana
radenti voli sulle gote chiare,
distese di profumi rincasati
nel nido di ricordi rifiutati.
Di un mendico dimentico d’affetti
rivela veleggiando la mia rotta,
scoprendone i vascelli già varati
relitti e meri riti derelitti.
E un bacio, un bacio, solo, in alto mare
ricerca colombesche rotte indiane
sognando voli cosmici spaziare
fra mosche d’una mano chiusa a pugno

Flavio Zago

Ansia

Passo dopo passo
indugio a rincasarmi
dentro,
frutto maturo attendo
l’altrui cambio di rotta.

Daniela Procida

Published in: on dicembre 5, 2009 at 07:25  Comments (4)  
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