coi primi versi freddi
sulla fronte.
Siamo entrati nell’aria
di Natale.
Il sentimento
seduto sulla soglia del mattino
che man mano con gli anni
si assopisce
sfogliando le pagine
incontra disegni dipinti
a quell’età di fiori
quando bastava un niente
a illuminare il cuore…
Oggi luce abbagliante
senza amore
la cometa conduce
in certi luoghi
dove scorre il fiume
dell’abbondanza,
e lascia la capanna
al suo destino.
Miracolo
Andava da Betania a Gerusalemme,
oppresso anzi tempo dalla tristezza dei presentimenti.
Un cespuglio prunoso sull’erta era riarso,
su una vicina capanna il fumo stava fermo,
l’aria era rovente e immobili i giunchi
e immota la quiete del Mar Morto.
E nella sua amarezza che contendeva con quella del mare,
andava con una piccola folla di nuvole
per la strada polverosa verso un qualche alloggio,
in città, all’incontro coi discepoli.
E così immerso nelle sue riflessioni
che il campo per la melanconia prese a odorare d’assenzio.
Tutto tacque. Soltanto lui là in mezzo.
E la contrada s’era abbattuta nel sonno.
Tutto si confondeva: il calore e il deserto,
e le lucertole e le fonti e i torrenti.
Un fico si ergeva lì dappresso
senza neppure un frutto, solo rami e foglie.
E lui gli disse: «A cosa servi?
Che piacere ne ho della tua rigidità?
Io ho sete e desiderio, e tu sei uno sterile fiore,
e l’incontro con te è più squallido che col granito.
Oh, come sei increscioso e inutile!
Resta così, dunque, sino alla fine degli anni. »
Per il legno passò il fremito della maledizione
come la scintilla del lampo nel parafulmine.
E il fico fu ridotto in cenere.
Avessero avuto allora un attimo di libertà
le foglie, i rami, le radici e il tronco,
le leggi della natura sarebbero potute intervenire.
Ma un miracolo è un miracolo e il miracolo è dio.
Quando siamo smarriti, allora, in preda alla confusione,
fulmineo ci raggiunge di sorpresa.
BORIS LEONIDOVIČ PASTERNAK
Era il Natale
Elide Colombo
Il negro parla di fiumi
THE NEGRO SPEAKS OF RIVERS
I’ve known rivers:
I’ve known rivers ancient as the world and older than the
flow of human blood in human veins.
My soul has grown deep like the rivers.
I bathed in the Euphrates when dawns were young.
I built my hut near the Congo and it lulled me to sleep.
I looked upon the Nile and raised the pyramids above it.
I heard the singing of the Mississippi when Abe Lincoln
went down to New Orleans, and I’ve seen its muddy
bosom turn all golden in the sunset.
I’ve known rivers:
Ancient, dusky rivers.
My soul has grown deep like the rivers.
§
Ho conosciuto i fiumi: .
Ho conosciuto fiumi antichi come il mondo e più vecchi del
flusso del sangue umano nelle vene umane!.
La mia anima è divenuta profonda come i fiumi.
Mi bagnai nell’Eufrate che l’albe eran giovani.
Costruii la mia capanna sulla riva del Congo che mi cullò nel sonno.
Vidi il Nilo e v’innalzai su le piramidi.
Ascoltai il canto del Mississippi
quando Abe Lincoln discese fino a New Orleans,
e vidi il suo corso melmoso indorarsi al tramonto.
Ho conosciuto i fiumi:
Antichi fiumi oscuri.
La mia anima è divenuta profonda come i fiumi.
LANGSTON HUGHES
Litania
Pezzi di vetro
L’uomo che cammina sui pezzi di vetro
dicono ha due anime e un sesso di ramo duro in cuore
e una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla,
sotto l’angolo retto di una stella.
Niente a che vedere col circo,
nè acrobati nè mangiatori di fuoco,
piuttosto un santo a piedi nudi,
quando vedi che non si taglia, già lo sai.
Ti potresti innamorare di lui,
forse sei già innamorata di lui,
cosa importa se ha vent’anni
e nelle pieghe della mano,
una linea che gira e lui risponde serio
“è mia”; sottindente la vita.
E la fine del discorso la conosci già,
era acqua corrente un pò di tempo fà che ora si è fermata qua.
Non conosce paura l’uomo che salta
e vince sui vetri e spezza bottiglie e ride e sorride,
perchè ferirsi non è impossibile,
morire meno che mai e poi mai.
Insieme visitata è la notte che dicono ha due anime
e un letto e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo.
Lui ti offre la sua ultima carta,
il suo ultimo prezioso tentativo di stupire,
quando dice “È quattro giorni che ti amo,
ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito”.
E non hai capito ancora come mai,
mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai.
Però stai bene dove stai. Però stai bene dove stai.
FRANCESCO DE GREGORI
Cupido, monello testardo
CUPIDO, LOSER, EIGENWILLIGER KNABE
Cupido, loser, eigenwilliger Knabe!
Du batst mich um Quartier auf einige Stunden.
Wie viele Tag’ und Nächte bist du geblieben!
Und bist nun herrisch und Meister im Hause geworden!
Von meinem breiten Lager bin ich vertrieben;
Nun sitz ich an der Erde, Nächte gequälet;
Dein Mutwill schüret Flamm auf Flamme des Herdes,
Verbrennet den Vorrat des Winters
und senget mich Armen.
Du hast mir mein Geräte verstellt und verschoben;
Ich such und bin wie blind und irre geworden.
Du lärmst so ungeschickt; ich fürchte das Seelchen
Entflieht, um dir zu entfliehn, und räumet die Hütte.
§
Cupido, monello testardo!
M’hai chiesto un riparo per poche ore,
e quanti giorni e notti sei rimasto!
Adesso il padrone in casa mia sei tu!
Sono scacciato dal mio ampio letto;
sto per terra, e di notte mi tormento;
il tuo capriccio attizza fiamma su fiamma nel fuoco,
brucia le scorte d’inverno
e arde me misero.
Hai spostato e scompigliato gli oggetti miei,
io cerco, e sono come cieco e smarrito.
Strepiti senza ritegno, e io temo che l’anima
fugga via per sfuggire te, e abbandoni questa capanna.
JOHANN WOLFGANG VON GOETHE